Un posto tranquillo per un delitto by Barbara Sessini

Un posto tranquillo per un delitto by Barbara Sessini

autore:Barbara Sessini
La lingua: ita
Format: azw3, epub, mobi
Tags: thriller
editore: Newton Compton
pubblicato: 2015-08-14T22:00:00+00:00


Capitolo 8

Vera si sedette di fronte a Rossini. Il giorno dopo la deposizione di Luca il commissario l’aveva fatta portare lì alle sette della mattina e aveva espressamente detto a Bordin di impedire a suo padre di seguirla. Lei, però, era figlia di sbirro e sapeva che non si tenta di cogliere così alla sprovvista le persone innocenti.

Doveva ammettere che la strategia funzionava: era stanca e poco lucida. La salvava l’ostilità nei confronti del collega del padre, che le faceva tenere la guardia alta.

«Vera Diana, dov’era il giorno dell’omicidio di Sara Ponsat dalle diciannove alle venti?».

Il commissario non le aveva riservato neanche un buongiorno. Vera lo guardò stupita, ma non rispose. Rossini era freddo e ostentava una calma irritante. Disse che, mettendo a posto la sua scrivania, aveva notato una “breve” di un vecchio giornale. Glielo porse e Vera lo prese. Parlava del maltempo e dell’interruzione dei voli all’aeroporto di Torino il giorno dopo l’uccisione di Sara.

«L’aereo di Marco Della Torre è stato l’ultimo ad atterrare, tanto che il Senatore è dovuto arrivare in treno. Lei invece era a Milano, venerdì scorso alle diciassette. Con una buona macchina, per l’ora dell’omicidio poteva anche essere in paese».

Rossini notò che la ragazza iniziava a mostrare segni di nervosismo. Spostava il peso da una natica all’altra e rimaneva seduta a fatica su quella sedia. Era molto diversa da quella che si era presentata il giorno dopo l’omicidio di quella povera ragazza, quando aveva millantato una disponibilità alla collaborazione che in realtà non aveva mai voluto offrirgli.

«E perché avrei dovuto uccidere la mia amica, mi scusi?», rispose lei, allontanando da sé il foglio di giornale come se potesse bastare a respingere anche il sospetto.

Era proprio curiosa di sapere cosa si sarebbe inventato, come movente. Cosa avrebbe tirato fuori dal cilindro, lui che finora aveva sbagliato tutti i colpi per la presunzione di aver capito ogni cosa di loro e di quel posto tranquillo.

«Il fatto che Sara Ponsat stesse per dare un figlio al suo caro amico Marco poteva averla sconvolta. Mi sono chiesto perché quella ragazza avesse scelto proprio lei, che non sentiva da tanto tempo, come prima e unica persona alla quale confidare la sua gravidanza. E ho pensato che magari avevate qualche conto in sospeso, che ha allontanato lei dal gruppo. Conto che magari si è riaperto a Londra, quest’estate, e che la sua amica voleva chiudere definitivamente con l’annuncio di quel bambino».

Rossini fu schiaffeggiato da una risata dal suono così sincero che l’irritazione arrivò con qualche secondo di ritardo.

«Lei guarda troppe telenovele, commissario».

La ragazza aveva addirittura accennato un sorriso, ma Rossini non si fece turbare. Era impulsivo, sì, ma non quando era psicologicamente preparato alle provocazioni, e da Vera Diana non si sarebbe aspettato niente di diverso.

«Si figuri, signorina, io a casa non ho neanche la TV. Me lo dica lei allora come stanno le cose: cosa faceva all’ora dell’omicidio e perché è tornata in fretta e furia dopo la telefonata di Sara. Sappiamo che i biglietti li ha presi quella mattina, poco dopo aver parlato con lei».



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